STORIA  DEI  PARACADUTISTI


 

L'Italia fu la prima potenza al mondo ad impiegare il paracadute per infiltrare militari selezionati dietro le linee nemiche.

 

1918

 

E' durante il 1° conflitto mondiale, quindi, che ebbero luogo i primi aviolanci di personale con finalità belliche.

Si trattò, in particolare, del lancio di quattro Arditi fra cui i Tenenti Alessandro TanduraAntonio PavanFerruccio Nicoloso  e Pier Arrigo Barnabadietro le linee austriache nell'area di Vittorio Veneto per la condotta di operazioni informative, impiegando paracadute inglesi. 
I paracadute erano stati pensati per gli osservatori dei palloni frenati.

Il primo paracadutista al mondo in azione di guerra è stato il Ten. Tandura.

 

Il lancio da 1600 piedi del Tenente degli Arditi Alessandro Tandura avviene tra la notte dell'8 e 9 agosto 1918a bordo di un aereo Savoia Pomilio, rabberciato in tutta fretta sostituendo i pezzi più importanti dopo un grave danneggiamento a seguito di un violento temporale, pilotato dal Maggiore canadese William Baker e dal Capitano inglese Wedgwood Ben, deputato alla Camera dei Comuni.

Ten._AlessandroTandura_2    Ten._Pier_Arrigo_Barnaba_2   Tandura-Nicoloso-_2
      Ten. Alessandro Tandura          Ten. Pier  Arrigo Barnaba   Ten. Ferruccio Nicoloso (1 a sin.)
       (lancio il 8-9 agosto 1918)                (lancio ottobre 1918)          Ten. Tandura e ten.  Barnaba
 

1937

In Italia l'esigenza di creare reparti paracadutisti era stata avvertita almeno una decina di anni prima della seconda guerra mondiale, ma senza risultati concreti fino al febbraio del 1937 quando, con apposita legge, la responsabilità di approntare scuole di paracadutismo militare fu definitivamente assegnata all'Arma Aeronautica. 
Dovettero tuttavia trascorrere più di due anni prima che fosse ufficialmente costituita (15 ottobre 1939) la Scuola Paracadutisti di Tarquinia.

1938 

-  Campo Scuola Catel Benito - 
"Fanti dell'Aria"  -

In Africa Settentrionale, nel frattempo, il Governatore della Libia, Maresciallo dell'Aria Italo BALBO aveva costituito di propria iniziativa un Campo Scuola Paracadutisti Libici a Castel Benito

 

 

Italo_Balbo_-_padrei_dei_fanti_dellaria       1938_-_Ufficiali_dei_primi_2_Batt._Libici

                        - Italo BALBO -                        1938 -     - "Fanti dell'Aria Libici" -

 

Entrato in funzione fin dagli inizi del 1938, il reparto paracadutisti chiamato “Fanti dell'Aria”,  è stato il primo reparto militare di paracadutisti del Regio Esercito ed inquadrava truppe indigene con Ufficiali e Sottufficiali metropolitani.

Il Battaglione Allievi Paracadutisti dei "Fanti dell'Aria" o "Ascari del Cielo" come venivano popolarmenti detti, fu ufficialmente costituito il 22 marzo del 1938 ed era formato da circa 300 Ascari libici, diretti da una trentina di Ufficiali e Sottufficiali italiani al comando del  Tenente Colonnello Goffredo Tonini.


Inizia qui la storia dei reparti Paracadutisti Italiani
 !
   

 

Goffredo_Tonini    Scuola_di_Castel_Benito   LANCI_FANTI_ARIA_CASTEL_BENITO_DA_CIELO

 Ten. Col. Goffredo TONINI     Scuola di Cast. Benito     Lancio di Paracad. Libici a Castel Benito


 

Paracadutisti_Libici          Scuola_di_castel_Benito_-_Italo_Balbo_passa_in_rassegna_i_paracadutisti

              Paracadutisti Libici        Castel Benito - Italo Balbo passa in rassegna i paracadutisti

 

 

1939

 

 

-  Scuola Paracadutisti di Tarquina  -

 

La Scuola Paracadutisti di Tarquinia fu ufficialmente costituita il 15 ottobre 1939.

La responsabilità di organizzare la Scuola nazionale di paracadutismo militare di Tarquinia fu affidata al Colonnello pilota Giuseppe Baudoin, livornese di nascita. 

Il 5 febbraio 1940, ebbe concretamente inizio a Tarquinia la vita della Regia Scuola Paracadutisti che in poche settimane fu in grado di accogliere una cinquantina di Ufficiali e Sottufficiali ammessi al corso per istruttori. 

 

 

baudoin    Scuola_di_Tarquina_-_Torre_alta_52_m_2   Scuola_di_Tarquinia_-_Imbarco_sul_Caproni_133_detto_la_vacca_-_paracadute_mod._IF41SP   - Col. G. Baudoin -            Scuola di Tarquinia      Scuola di Tarquinia - Imbarco sul Caproni  133

                                             Torre di Ardimento        detto "La Vacca"  -  Paracadute mod.  IF41SP

 

 

1_lancio_a_tarquina_-_uscita_ad_angelo       images_13

           -  1° Lancio a Tarquinia - Uscita ad Angelo -                     -  Uscita ad Angelo  -

 

 

Tarquinia_3       Tarquinia_4

      - Torre di Ardimento - 1941 -      - Scuola di Tarquinia - Paracadute ad asciugare - 

 

 

 

1940 - 

 

- Costituzione del 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti -

 

 

La mattina del 1 luglio 1940per espresso volere del Gen. Riccardo Moizo, Comandante Generale dei Carabinieri Reali, furono concentrati in Roma, presso la Caserma "Podgora", 22 Ufficiali, 50 Sottufficiali e 320 tra Appuntati e Carabinieri, provenienti da tutti i Reparti dell'Arma e tutti volontari:

 

nasceva così il leggendario "Battaglione Carabinieri Paracadutisti". 

 

Il Battaglione, ordinato su tre Compagnie, fu affidato al comando dei Maggiore Bruto Bixio Bersanettii comandanti di Compagnia erano i Tenenti Salvatore Palermo,Giuseppe Casini e Osmano Bonapace.

Il 12 luglio 1940 lo Stato Maggiore dell'Esercito sanzionò in via ufficiale l'avvenuta costituzione del Battaglione e gli attribuì la denominazione di "I Battaglione Paracadutisti".

Il giorno successivo, il 13 luglio, il 1° Battaglione Paracadutisti raggiungeva la Scuola Paracadutisti di Tarquinia per intraprendere l'intenso addestramento aviolancistico.

 

 

1941

 

Con l'entrata in guerra dell'Italia, i primi paracadutisti ad entrare in combattimento furono  proprio i “Fanti dell'Aria” libici. 

Il reparto, al comando del Ten.Col. Tonini, venne impiegato per fermare la prima offensiva britannica del gennaio 1941 a Derna, in difesa dell'aeroporto di El FteiahaUadi el BgarMehlid Garad Sidi el Mcheimen

Nei combattimenti caddero 184 paracadutisti (dei quali 101 libici), mentre ben 244 furono i feriti.

 

 

Derna_1941    par_libici

                       - Derna - 1941 -                                                  Paracadutisti  Libici - 

 

    Salvator            Paracadute_D_39_Salvator_-_Tarquinia_e_Castel_Benito   

- Paracadute D 39 Salvator -                    - Paracadute D 39 Salvator -

 

 


-  Il Lancio su Cefalonia  -


Nel mese di aprile, i paracadutisti furono chiamati a conquistare l'isola di Cefalonia
Incaricato dell'operazione fu il Il battaglione, che trasferì a Lecce due delle sue compagnie, al comando dei Maggiore Zanninovich
Il 30 aprile 1941, dall'aeroporto di Galatina, decollarono 3 aerei SM-82: 
Il lancio avvenne nel primo pomeriggio nella piana di Argostoli e l'azione riuscì senza che fosse sparato un solo colpo. 
Disarmato il presidio locale, composto da alcune centinaia di gendarmi greci, il gìorno successivo aliquote di paracadutisti, requisiti alcuni barchini, sbarcarono nelle isole di Zante e Itaca, evitando che le medesime cadessero sotto il controllo tedesco.


2_battaglione_del_1_Rgt_paracadutisti__su_Cefalonia_2
-  il II battaglione si imbarca per Cefalonia  -


Cefalonia_-_I_paracadutisti_indossano_i_paracadute_prima_dellimbarco_su_gli_SM_82_b   Cefalonia_-_I_paracadutisti_entrano_nella_gendarmeria_b
     - Cefalonia - i paracadutisti indossano i                 - Cefalonia - I paracadutisti
    paracadute prima dell'imbarco su gli SM 82 -          entrano nella gendarmeria -


Cefalonia_-_Il_magg._Zanninovich_mentra_sbarca_con_i_paracadutisti_a_Zante_b   Cefalonia_-_Il_ten._S._Mainetto_con_i_suoi_paracadutisti_a_Cefalinia_b
      - Il Magg. Zanninovich mentre        - Cefalonia - Il Ten. S. Mainetto con i suoi
 sbarca a Zante con i suoi paracadutisti -                     paracadutisti -





-  1^ Divisione Paracadutisti  "FOLGORE"  -

Il 1 settembre 1941 è costituita ufficialmente la 1 ^ Divisione Paradutusti:

  

la 185° Divisione "CACCIATORI D'AFRICA"  (nome di copertura) che diventerà, il 28 luglio 1942, la Divisione   "FOLGORE".  

 

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            - Divisione Folgore -                                  - Divisione  Folgore - 

 

 

Il suo organico comprendeva due reggimenti di fanteria paracadutista, il 186° (su tre battaglioni, 5°, 6° e 7°) e il 187° (su quattro battaglioni, 2°, 4°, 9° e 10°; successivamente, per le perdite subite, il 1Ob Btg. fu sciolto, inglobandone gli effettivi nel 9°), il 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti (su tre gruppi, l°, 2° e 3°, con pezzi anticarro da 47(32), l'8° Battaglione Guastatori Paracadutisti, compagnie cannoni reggimentali e compagnie divisionali autonome (mortai da 81, minatori-artieri, collegamenti) più servizi vari per un totale di circa 5.000 uomini.

 


 

-  1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti  -

 

A novembre dello stesso anno, al fine di contrastare la seconda offensiva britannica, venne impiegato anche il 1° btg. Carabinieri paracadutisti (costituito nel luglio 1940) a difesa di Ain el Magara e Villaggio Berta
E’ in questo momento che il 1° battaglione Carabinieri paracadutisti, al comando del maggiore Edoardo Alessi, riceve (il 14 dicembre) l'ordine di attestarsi sul bivio di Eluet el Asel, a sud di Berta, con il secco ordine di resistere ad oltranza contro l'VIII armata inglese che avanzava e favorire, così, lo sganciamento della Divisione "Ariete" in ritirata. 
Sembra una richiesta di suicidio per fonogramma. 


eduardo_alessi      1_carabinieri_b 
      Magg. Edoardo ALESSI -                       - 1°  Battaglione  Carabinieri Paracadutisti -


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      1° Btg. Carabinieri Paracadutisti -               - 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti -


Sono solo 400 uomini, rinforzati da 6 cannoni controcarro da 47/32 millimetri dell'8° reggimento bersaglieri, dotati di 400 bombe controcarro "Passaglia" e di una settantina tra fucili mitragliatori e mitragliatrici e di un plotone di paracadutisti libici.
Il 19 dicembre 1941 inizia la battaglia di Eluet el Asel.  dopo aver respinto per un'intera giornata i ripetuti assalti di una brigata meccanizzata inglese, assolto il proprio compito e ricevuto l'ordine di ripiegare, ormai circondato, durante la notte si apre la strada verso le linee amiche combattendo e cercando di forzare diversi sbarramenti inglesi.
A seguito dei combattimenti caddero 35 Carabinieri Paracadutisti e 251 furono i dispersi.



1942

-  Campagna d' Africa  -

Nella primavera del 1942 la 1^ Divisione Paracadutisti era dislocata nelle zone collinose della Puglia in attesa di essere impiegata in Grecia e a Malta; secondo precisi accordi vi avrebbero contribuito anche i tedeschi. 

In Africa intanto Rommel aveva preso Tobruk

 

 

Bivio_di_Tmimi

 

- Bivio di Tmimi -  Tobruk - Derna -

 

L’esercito inglese in rotta aveva fatto balenare una conquista fino al Canale di Suez

Tutto ciò portò in secondo piano la missione su Malta e si decise di sfruttare il successo in Africa. 

Fu anche per questo che Mussolini decise di inviare in Africa la Divisione Paracadutisti Folgore.

La prima unità ad arrivare sul suolo africano fu il IV/187° dei Tenente Colonnello Bechi Luserna che giunse a Fuka il 18 Luglio



-  Scuola Paracadutisti di Viterbo  - 

Nel dicembre 1942, per far fronte alle crescenti esigenze, viene affiancata alla Scuola di Tarquinia una seconda scuola paracadutisti con sede a Viterbo

Entrambe le scuole cesseranno poi di funzionare nel settembre 1943.

Tarquinia fu chiusa il l0 luglio 1943 mentre Viterbo funzionò ancora per due mesi, fino all'armistizio dell'8 settembre.

Scuola_di_Viterbo_-_Torre_alta            Paracadutisti_di_Viterbo_nel_dicembre_1942

       - Scuola di Viterbo - Torre Alta -          - Paracadutisti alla Scuola di Viterbo -

                                                                                    - dicembre 1942 -  

 

-  EL  ALAMEIN  -

 

Ad El Alamein, I paracadutisti ebbero modo di mostrare che erano uomini di coraggio non comune, decisamente sprezzanti del pericolo.

Infatti, l'avanzata dell'Asse si fermò proprio a El Alamein dove la Folgore venne schierata. 

6.450 paracadutisti, dal momento che lasciarono il suolo italiano fino al giorno in cui si immolarono, quasi tutti, sulle dune di El Alamein, dimostrarono eccezionale coraggio infliggendo al nemico notevoli perdite soprattutto durante le sortite notturne. 
I ragazzi della Folgore vivono in buca. 
La bella uniforme perde ogni suo colore. Crescono le barbe. 

 El_Alamein_1942_-_Postazione_della_Folgore   El_Alamein_1942_-_Postazione_della_Folgore_3
         - EL ALAMEIN - Postazione della Folgore -    - El Alamein - Postaz. Folgore - 


el_alamein__Postazione_2_a       El_alamein_-_Folgore
      - EL ALAMEIN - Postazione Folgore -                        - EL ALAMEIN - 


Un giorno cacciano le truppe britanniche da una posizione importante e vengono così catturate tonnellate di munizioni, con viveri, vestiari ed impermeabili di gomma.
E’ in questo momento che ROMMEL dice al
 Col. 
Alberto BECHI LUSERNA(indicando a dito i più barbuti ragazzi della Folgore) : 
“Con simile gente si va in capo al mondo. Occorrerà frenarli, anziché sospingerli in battaglia“
.

Per le sorti della battaglia di El Alamein, assunse grande importanza la depressione di EL QATTARA che, con i suoi laghi di sale, le scogliere altissime, le scarpate e soprattutto il "Fech fech" (
una polvere impalpabile derivante dall'erosione di terreni argillosi e calcarei) rese impraticabile il terreno ai veicoli militari specialmente i carri armati
La depressione di EL QATTARA è una fossa torrida, sita a 50 metri sotto il livello del mare e l’acqua stagnante emana miasmi febbrili. 
Non vi è un “Folgorino“ che non sia febbricitante, ma nessuno brontola. 
Generosi ed intelligenti, si rendono conto delle difficoltà d’ogni genere che occorre superare. Si apprestano a soffrire la fame con eleganza e dignità.



 El_Qattara_2     El_Qattara_a
        - EL QATTARA - Sentinella Italiana -          - Depressione di EL QATTARA -


Passo_cammello     Passo_cammello_4
    - EL QATTARA - Passo del Cammello -     - EL QATTARA - Passso del Cammello -

 

Il Col. BECHI sottolinea: “me li vedo deperire senza un lamento, né un brontolio, e mi si stringe il cuore nello scorgere le giacchette già stinte che pendono flosce sui toraci smagriti“
Fame o non fame le mosche finiscono nella pancia. 

Le mosche a due passi dalla depressione di El Qattara vivono a sciami, fitte come nubi, si incollano alla pelle madida, si insinuano nel naso, negli orecchi, su per le maniche ed i calzoni. 

Chi apre la bocca ne inghiotte una folata. 

Trascorrono le giornate nel fondo di una buca, stretta come il fosso di una bara. 

La sete è una brutta bestia! 

I ranghi della FOLGORE si assottigliano, i battaglioni diventano compagnie, poi plotoni, poi squadre. 
All’alba del
 23 ottobre stava per iniziare la sfortunata battaglia di EL ALAMEIN in cui i soldati italiani scrissero una delle più belle pagine della storia della guerra africana. Alle fanterie italiane erano stati intervallati reparti tedeschi. 

 

 

 

 

fronte                    grafici

     - Il Fronte di El Alamein il 23 ottobre -          - Proporzione delle forze in campo -

 

 

All'inizio della battaglia la Folgore presidiava un quarto dell'intero fronte, quello più a sud. 

I paracadutisti in linea erano poco più di 3.000 con 80 cannoni prestati, da altre unità, poche decine di controcarro (integrati da piccoli reparti di bersaglieri), pochissimi autoveicoli, proiettili contati.

 

Di fronte alla Folgore, incaricato dell'assalto a sud, stava il 13° Corpo, articolato su 4 divisioni, con più di 50.000 uomini400 cannoni350 carri250 blindati, munizioni praticamente illimitate, migliaia di automezzi.

 

Alle 21,40 del 23 ottobre iniziò la battaglia e fu un inferno

 

Dal racconto del Serg. Magg. Bodriti:

“C'erano mine che esplodevano, mezzi corazzati e cingolati che s'incendiavano, uomini che saltavano in aria con urla disumane”

 

 

 Folgore-02    el_alamein_-_morti

    - El Alamein - Postazione della Folgore -              - El Alamein - morti - 

 

 

 

el_alamein_2    El_Alamein_-_Carro_interrato

   - El Alamein - Carro inglese distrutto -       - El Alamein - Carro interrato a difesa -

 

 

La lotta, che si accese subito furibonda, proseguì violenta per tutta la giornata del 24 e la notte successiva. 

Ad un certo punto i paracadutisti della 6°, 24° e 19° compagnia si trovarono privi di munizioni. 

Al grido di “VIVA L’ITALIA“ e “LA FOLGORE MUORE MA NON SI ARRENDE“scattarono come molle dalle loro buche e combatterono in un impari corpo a corpo. 

La lotta si svolse ad alterne vicende.

 

Tra la sera del 23 ottobre e quella del 28, in 5 giorni di combattimento ad El Alamein, la divisione "Folgore" perse 39 ufficiali e 560 tra sottufficiali, graduati e paracadutisti caduti o feriti. 

Su 12 comandanti presenti in linea, 8 erano morti e 2 feriti. 

Davanti alle loro posizioni gli inglesi avevano lasciato 70 carri distrutti, più di 600 caduti e 197 prigionieri, di cui 23 ufficiali.

 

 

Postazione_Folgore_a   carro_inglese_MKII_Valentine_distrutto_davanti_una_postazione_italiana   buca.folgore1

    - Buca della Folgore -   - Carro inglese MKII "Valentine"     - Buca della Folgore -

                                         distrutto davanti una buca folgore -

 

 

Il 4 novembre 1942 la Folgore è isolata nel deserto ed accerchiata dal nemico. 

La sua sorte è segnata. 
Da questo momento le vicende della Folgore cessano di essere storia e diventano leggenda

 

Ad El Alamein, la Folgore aveva retto all'urto di un intero Corpo d'Armata infliggendo all'avversario perdite valutabili in circa 2500 uomini, più di 100 carri150 blindati.

 

Dai bollettini avversari:


Londra  11 novembre 1942  la Reuter:

“LA RESISTENZA OPPOSTA DAI RESTI DELLA DIVISIONE PARACADUTISTI FOLGORE E’ INVERO MIRABILE“ 

l' 11 novembre 1942 Radio Londra:

“I RESTI DELLA DIVISIONE ITALIANA FOLGORE HANNO RESISTITO OLTRE OGNI LIMITE DELLE UMANI POSSIBILITA". 

 

il 3 dicembre 1942 la BBC:

"GLI ULTIMI SUPERSTITI SONO STATI RACCOLTI ESANIMI E CON LE ARMI IN PUGNO. NESSUNO SI E' ARRESO; NESSUNO SI E' FATTO DISARMARE".

 

Un giornalista Inglese Theodor MOLLER scrisse sui "ragazzi della Folgore":

" NESSUN SOLDATO AL MONDO E' RIUSCITO, NE' RIUSCIRA' MAI A FARE QUELLO CHE OGGI GLI ITALIANI HANNO FATTO DAVANTI A NOI! " 

Il nemico rende onore alle armi e il 21 novembre 1942  CHURCHILL disse alla Camera dei Deputati: 

“DOBBIAMO DAVVERO INCHINARCI DAVANTI AI RESTI DI QUELLI CHE FURONO I LEONI DELLA FOLGORE“
 


Dopo questa campagna alla Folgore viene conferita la medaglia d’oro al valor militare.

 

Al prezzo di un terzo dei suoi effettivi, l'esile linea della Folgore aveva retto all'urto di un intero corpo d'armata infliggendo all'avversario perdite enormi. 

 

 

Dei 6.450 ne restano solo 340, inclusi Ufficiali, ma nessuno ha mai alzato bandiera bianca.

 

“Gli ultimi superstiti della Folgore sono stati raccolti esanimi nel deserto".

 

 

Prigionieri_folgore_nel_daserto           cippo-el-alamein 

   - Prigionieri della Folgore nel deserto -        - EL ALAMEIN -  Cippo Commemorativo -

 

 

 

gen._frattini    Bechi_Luserna_2   El_Alamein_-_capitanoruspoli

       - Gen. Frattini             - Ten. Col. Bechi Luserna -  - Cap. Costantino Ruspoli - 

Comandante della Folgore

ad El Alamein

 

 

 

El_Alamein_-_Cimitero

                      - EL ALAMEIN - Cimitero costruito dagli italiani nel 1943 -

 

Si deve a Paolo Caccia Dominioni, all'epoca maggiore e comandante del 31° battaglione guastatori del genio che combattè a fianco della "Folgore" ad El Alamein, se, dopo quattordici anni di duro e ignorato lavoro nei luoghi della battaglia di El Alamein, è sorto un sacrario, da lui progettato e costruito, che raccoglie i resti di4.814 caduti italiani e 232 ascari libiciche ora hanno una degna collocazione insieme al cimitero inglese e al sacrario tedesco ad El Alamein.

 

 

Paolo_Caccia_Dominioni  Sacrario  

 - Magg. Paolo Caccia Dominioni -          - Sacrario di EL ALAMEIN a Q 33 - 

 

 

Q_33     divisa_folgore_1943 

       - Sacrario di EL ALAMEIN a Q 33 -                - Divisa della Folgore 1942 -  

 

 

« Fra le sabbie non più deserte
son qui di presidio per l'eternità i ragazzi della Folgore
fior fiore di un popolo e di un Esercito in armi.
Caduti per un'idea, senza rimpianto, onorati nel ricordo dello stesso nemico,
essi additano agli italiani, nella buona e nell'avversa fortuna,
il cammino dell'onore e della gloria.
Viandante, arrestati e riverisci.
Dio degli Eserciti,
accogli gli spiriti di questi ragazzi in quell'angolo di cielo
che riserbi ai martiri ed agli Eroi. »


(Epigrafe davanti al cimitero della Folgore a El Alamein)


 

Ma la storia dei paracadutisti non si concluse con El Alamein.


-  La Divisione  "NEMBO"  -

Una seconda Divisione, la 184ª Divisione paracadutisti "NEMBO" venne ufficialmente formata il 1º novembre 1942, a partire dal 185º Reggimento paracadutisti (già della 185ª Divisione paracadutisti "Folgore") e da altri reggimenti addestrati presso le Scuole di Paracadutismo di Tarquinia e Viterbo ed attivati presso il Deposito Truppe Paracadutiste di Firenze, ossia il 184º Reggimento di fanteria paracadutisti (24 agosto 1942) ed il 184º Reggimento artiglieria paracadutisti (15 settembre 1942), cui successivamente si aggiunse il 183º Reggimento fanteria paracadutisti (11 gennaio 1943).

 

Costituita in modo affrettato e con personale meno attentamente selezionato di quello della divisione "Folgore", la "Nembo" operò solo sul territorio nazionale.

 

 

1943

 

-  Armistizio dell'  8 settebre 1943  -

 

La seconda divisione di paracadutisti  Nembo, venne sorpresa in Italia dal tragico armistizio dell'8 settembre 1943

Nella circostanza i reparti si separarono ordinatamente per unità organiche, confluendo alcuni nell'Esercito del Sud ed altri in quello della RSI

I primi, in particolare, risalirono tutta la penisola al fianco degli Anglo Americani rendendosi protagonisti di epici combattimenti, tra i quali quelli di FilottranoPoggio Rusco e Case Grizzano

Nell'ambito della RSI, i paracadutisti confluirono in reparti che si distinsero a prezzo di sanguinose perdite nell'eroico contenimento della testa di sbarco americana adAnzio, sulla linea Gotica e nel Goriziano, dove molti morirono nel tentativo di difendere l’Istria ed il Friuli dai disegni di annessione di Tito.

 

 

 

 

divisione_nembo_2        divisione_nembo

             - Divisione  Nembo -  1943 -                      - Divisione  Nembo - 1943 -

 

 

divisione_nembo_7_-_estate_44      divisione_nembo_4 

- Combattenti Divisione  Nembo - estate 1944 -            - Divisione  Nembo -

 

 

 

 

1947

 

Le Scuole di Paracadutismo di Tarquinia e Viterbo furono chiuse nel luglio e settembre 1943.

Nel dopoguerra, e più precisamente il 18 gennaio 1947, nacque momentaneamente a Roma e successivamente trasferito a Viterbo il:

 

 

 

-  Centro Militare di Paracadutismo  -

 

Ne assunse il comando il Tenente Colonnello Medaglia d'Oro Giuseppe Izzo

Nell'agosto del 1957, il CMP passò al Colonnello paracadutista Carlo Mautino (che da capitano comandò il VII Btg. Par. nella "battaglia grande" di El Alamein) e si trasferì dalla vecchia sede di Viterbo alla moderna e più funzionale caserma“Gamerra” di Pisa.

 

 

 

Maggiore20Izzo201                    MAUTINO_a

                 - Ten. Col. Giuseppe IZZO -                 - Col. Carlo MAUTINO -

 



1957  -  Trasferimento alla caserma "GAMERRA"  di  Pisa


 

Bandiera_Gamerra_a        Bandiera_Gamerra_b

      - La Bandiera del Centro Par.          - La Bandiera del Centro sfila per la città -

        arriva alla stazione di Pisa -                              - agosto 1957 -

                 - agosto 1957 -              

 

 

  Bandiera_Gamerra_c     Bandiera_Gamerra      - La Bandiera  sflia per la città -             - La Bandiera del Centro entra nella

                    - agosto 1957 -                                caserma "Gamerra" di Pisa -

                                                                                 - agosto 1957 -



 

                                                 

1967  -  Concessione del  "Basco Amaranto"  - 

 

 

Il 1 luglio 1967, in San Rossore (PI), al termine di una grande e complessa esercitazione con aviolancio di massa denominata "Aquila Rossa", fortemente volutadal Generale De Lorenzo ed alla quale aveva assistito anche il Presidente della Repubblica On. Giuseppe Saragat, i paracadutisti meravigliarono talmente favorevolmente tutti i presenti per la loro preparazione e per lo svolgimento dell'esercitazione che, l'allora Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il Gen. Vedovato disse al Gen. Li Gobbi, Comandante della Brigata Paracadutisti "FOLGORE" : 

"i tuoi paracadutisti meritano un premio..." 

Il Gen. Li Gobbi allora chiese la concessione del "Basco Amaranto".

Alla chiusura dell'esercitazione, il presidente Saragat chiamò il Gen. Li Gobbi e disse davanti a tutti i paracadutisti schierati: 

"ho l'onore di assegnarvi da oggi il basco amaranto che consegno al vostro Comandante Generale Li Gobbi...."

 

 

 

 

Il_Gen._Alberto_Li_Gobbi_b     1967_-_Il_Presidente_della_Repubblica_Saragat_consegna_il_basco_amaranto_al_gen._Li_Gobbi_b

                  - Il Gen. Alberto LI GOBBI -    - Il Presidente della Repubblica

                                                                  On. G. Saragat consegna il 

                                                              "Basco Amaranto"  al Gen. Li Gobbi -

 

 

 

 

CHI SIAMO OGGI

 

 

 

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